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Per questo motivo il prossimo obbiettivo sarà creare un villaggio con alcuni lodge per turisti, che possano dare loro la possibilità di auto gestire il pozzo, il dispensario, i medici, i medicinali e tutti quei progetti che si creeranno nei prossimi anni.
Un ragazzo proprio durante il 2008 si diplomato come Tour operator, e sarà il punto di riferimento del progetto, con alcuni altri ragazzi che gestiranno il villaggio, la manutenzione, accompagneranno i turisti a scoprire la savana dal loro punto di vista.

Camminando nel bush si può scoprire quali erbe, radici servono come medicine tradizionali, conoscere gli usi e come vivono tradizionalmente i Maasai, come costruiscono i loro famosi ornamenti, come si affronta la savana e come ci si relaziona attorno ad un fuoco con gli anziani cantando e danzando con una semplicità ma freschezza d’animo, che purtroppo noi ci siamo dimenticati.

Riscoprire valori che non abbiamo più il tempo di sentire, riscoprire la dolcezza di ascoltare i racconti degli anziani, vedere bambini che si divertono con un pezzetto di legno, dopo che ti hanno accarezzato per diversi minuti per capire come sei fatto, perché hai la pelle così chiara e con timore perché magari qualche adulto gli ha raccontato di stare lontano dai bianchi che se arrivano li possano portare via.

I lodge o tende devono ospitare al massimo dai 18 ai 20 visitatori per volta, per non creare confusione in un ambiente intatto così che possa trasmettere queste sensazioni appena raccontate, un lodge più grande che servirà da cucina, sala di intrattenimento e scambio culturale, una capanna tradizionale che sarà la casa del responsabile (Manyatta)



con un recinto per gli animali, i lodge avranno il tetto come quelle tradizionali, con un bagno per ogni capanna con il pavimento in pietra, che però avranno dei servizi con l’acqua limitata alle necessità, delle lanterne per la luce serale e una sola lampadina con corrente prodotta da pannelli solari, l’acqua arriverà dal nostro pozzo, si prepareranno alcune docce con acqua “con pochi litri” riscaldata grazie ad un sistema di serbatoio collegato alla griglia dove si cuoce e che scalda l’acqua anche grazie alla proiezione verso il sole. Il tutto recintato alla maniera tradizionale con rami di spine ancora usato, mentre l’alimentazione sarà molto curata, acqua in bottiglia e il cibo tradizionale ma ben cucinato che dalla nostra esperienza di vita di 3 anni al villaggio, è risultato ottimo anche se nella sua semplicità.



Un Pick up sarà necessario per ogni rifornimento e necessità di movimento, oltre al responsabile dovrà avere almeno 15 aiutanti (sempre Maasai) nelle varie mansioni e come sicurezza nel percorsi nel bush.
L’area in cui stiamo operando è già percorsa da molte auto turistiche perché porta al Parco nazionale di Amboseli e vicino al Monte Kilimangiaro, per cui un area molto interessante anche in previsione del termine della costruzione della strada statale che passa proprio a ridosso della terra Maasai che terminerà in Tanzania dando così la possibilità di avere un punto turistico di grande opportunità di sviluppo e di cambiamento di mentalità associato alla scolarizzazione di diversi ragazzi, si auspica una realtà economica in grado di sostenere parecchie famiglie Maasai.