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Nel mese di novembre in occasione di un viaggio a Nairobi abbiamo portato alcune migliorie al progetto Maasai in Kenya appunto.
Grazie ad un amico e sponsor abbiamo comprato dei pannelli solari che sono stati montati al dispensario medico riuscendo così a rendere autonomo lo stesso con la possibilità di collegare un piccolo frigorifero donatoci l’anno scorso, ed inviato nel container assieme ad altro materiale che servirà per conservare vaccini, antitetaniche e sieri antivipera che saranno inviati dal vicino ospedale di Kajado.

I pannelli solari hanno una capacità di 500 watt e l’inverter può sostenere un scambio energetico sino a 3,5 kw ora in futuro infatti si potranno applicare altri pannelli per aumentare appunto la potenza erogata, potendo così collegare anche delle piccole autoclave per sterilizzare gli attrezzi medici.
I pannelli solari e le batterie sono costate la bellezza di € 4500 ma non sono nulla paragonati a quante persone potranno vaccinarsi presso il nostro dispensario.

Una miglioria che servirà a aumentare lo stato di salute di tante persone.
Inoltre è stato acquistato un pick-up che servirà da autoambulanza per i pazienti più gravi che non possono arrivare al vicino ospedale o al dispensario stesso.
Il pickup invece è costato hai noi qualcosa di più ben 10.000 euro più altri 2500 per renderlo efficiente per la savana, infatti per viaggiare nella savana servono auto con pneumatici speciali e balestre rialzate da terra, ma anche qui sono stati soldi spesi bene, parecchia gente infatti rinunciava a raggiungere il dispensario perché gravemente malata o ferita , grazie ai volontari della “maasai naretisho orgnisation” che faranno da autisti per gli indigenti accompagnando anche all’ospedale i malati più gravi.
In questa direzione, abbiamo creato un cinematografo ambulante che gira per la savana da villaggio in villaggio, portando momenti di serenità con film e cartoni animati anche per i bambini e momenti di informazione con documentari, percorsi sanitari che possano dare poi interventi sulle varie problematiche, dare loro una maggiore consapevolezza di quello che esiste oltre la collina, con il mondo che si avvicina e vuole prendere tutto.

Giovedì 7 gennaio 2009, è arrivato un altro miracolo, dopo il lavoro diplomatico svolto nei mesi precedenti con l’Ambasciata italiana a Nairobi, ci sono arrivati dalla Cooperazione italiana curata dall’Ambasciata di Nairobi 25 scatoloni di medicinali, che dovrebbero coprire il fabisogno per circa un anno al nostro dispensario, con una grande gioia di tutta la comunità e un grosso orgoglio personale per noi, che in concomitanza di un altro grandissimo evento (il primo ragazzo laureato dell’intera comunità) è sfociata in una festa dove non si ricorda una tale presenza di Maasai accorsi.
Nel frattempo con i soldi ricavati le borse di studio vanno avanti per completare il progetto dispensario tra circa 4 anni.

Tutto questo lavoro però ha avuto una trafila molto differente dalle solite, prima di ogni nostro intervento abbiamo avuto riunioni con il consiglio degli anziani, (Molto importante nella comunità Maasai), questo perché per noi è fondamentale portare rispetto alla mentalità culturale che li ha accompagnati nella vita per migliaia di anni, per cui non ci sentiamo di portare cambiamenti perché pensiamo di essere migliori di loro, solo abbiamo una tecnologia e conoscenza in alcuni argomenti che possono aiutare la vita quotidiana di questi popoli ma con il massimo rispetto.

In oltre bisogna creare le possibilità per svilupparsi e auto gestirsi anche commettendo errori, devono iniziare a crescere solo così si può pensare di debellare alcune problematiche come fame, sete, immigrazione clandestina ecc. è vero, forse noi saremo un poco meno ricchi, ma cosa è giusto, che ognuno su questa terra sia rispettato oppure la nostra avidità deve sempre avere la meglio.
Proprio in questi mesi stiamo vivendo le conseguenze di questo tipo di mentalità, e se non mettiamo le nostre capacità per risolvere i problemi climatici e ambientali, la prossima crisi potrebbero essere l’ultima per l’umanità.

Nel settembre 2009 è partita un altra borsa di studio per un altro ragazzo del villaggio (Emmanuel) che lo porterà in 3 anni ad essere un infermiere abilitato anche nei prelievi, fattore per noi importante tenuto conto del desiderio nel futuro di avere un piccolo laboratorio d’analisi per curare per tempo e prevenire un grande numero di malattie, visto la distanza con i grandi ospedali della regione.